Tunisi 13 Luglio 2009
Discorso di Mons. Antonino Raspanti, Preside della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista», in occasione della consegna a Sua Eccellenza il Signor Zine El Abidine Ben Ali, Presidente della Repubblica di Tunisia, del Riconoscimento Speciale della Facoltà per il 2009.
Eccellenza Signor Presidente della Repubblica, in quanto quinto Preside della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista» sono venuto a consegnare il Riconoscimento Speciale della Facoltà, che in passato abbiamo assegnato solo a personalità italiane, che si siano distinte per finalità contemplate nel nostro Statuto. La mia Facoltà rappresenta gli studi teologici accademici di tutta la Sicilia in diretta dipendenza della Santa Sede. A nome del Consiglio della Facoltà, che ne ha deliberato l’assegnazione il 17 febbraio scorso, di tutto il Corpo docente e discente, ho l’onore di inserirmi nel solco secolare dell’amicizia e della collaborazione tra la Sicilia e la Tunisia, ma ho anche il piacere di sigillare un percorso ben più modesto, e per noi significativo, di collaborazione tra la mia Facoltà e alcune istituzioni culturali tunisine, prima fra tutte la Università Ez-Zitouna di Tunisi.
La Sua persona e la Sua alta carica istituzionale, Signor Presidente, vanno ben oltre le nostre piccole dimensioni; tuttavia siamo stati ben lieti di offrire questo Riconoscimento in ragione dell’attenzione che Lei ha sempre mostrato per favorire il dialogo tra le culture e tra i popoli. Questo è un aspetto al quale anche noi, sin dalla nostra fondazione trenta anni fa, ci siamo sentiti chiamati sia per la sete di pace e di fratellanza che sempre più si alza dai popoli di ogni dove e, quindi, anche del Mediterraneo, sia per l’oggettiva posizione storica e geografica della Sicilia, che di questo Mediterraneo è il centro e il crocevia.
La Sua azione, Eccellenza, si è infatti contraddistinta non solo per i compiti strettamente inerenti ad un Capo dello Stato, ma ha mostrato sensibilità ed attenzione ai valori ed ai costumi che costituiscono il vissuto dei popoli, ben sapendo che occorre radicare in essi l’attitudine al dialogo, alla pace ed alla fraternità, affinché un popolo lentamente cresca e goda di serenità per il suo futuro. Testimonianza della Sua larghezza di vedute, Eccellenza, è proprio la celebrazione di questa Giornata dedicata al Sapere. Sono, dunque, a ringraziarLa per aver accettato il nostro Riconoscimento, che, come dicevo prima, viene da noi assegnato per la prima volta ad una persona non italiana e confessante un’altra religione.
Se da una parte si assiste all’indebolimento delle relazioni umane qualificanti, al frantumarsi di quadri di significato condivisi con i quali codificare la propria identità culturale, dall’altra non ci si rassegna ad abdicare alla ricerca della verità in una comune avventura che vede il singolo all’interno di una comunità scevra da barriere ideologiche, né si teme di stabilire vincoli duraturi, in grado di impegnare a lungo le persone nella costruzione di progetti comuni alla luce dei valori universalmente riconosciuti, come la famiglia, il sistema lavorativo, l’amministrazione della città, il governo dei grandi processi della globalizzazione o l’emarginazione di ogni forma di violenza.
Signor Presidente, guardiamo alle Sue iniziative con la fiducia che esse contribuiscano viepiù alla pacifica convivenza dei popoli attraverso scambi sempre più intensi tra le nostre istituzioni, tra le nostre famiglie, fra i nostri popoli. Le esprimo il più vivo ringraziamento.
Antonino Raspanti