Le religioni del Mediterraneo e i linguaggi dell’arte: unità, confronti, rotture

Il corso si prefigge di esprimere le motivazioni fondative nell’uso o rifiuto delle immagini nelle tre religioni che ha costretto a confrontarsi con l’impressionante moltiplicazione delle immagini nei nuovi media e nel mondo digitale della rete internet.
Con problematiche diverse il neo-barocco contemporaneo ha provocato una divaricazione, e a volte rottura, tra la rappresentazione del divino codificata dalle autorità religiose e l’autorappresentazione delle società moderne, creando nel caso del cristianesimo la derisione e finanche la blasfemizzazione dell’immagine religiosa, nell’ebraismo una sorta di indifferenza culturale, nell’islam una tensione non del tutto risolta tra teologia degli imam e vita sociale, tra teologia degli imam e confronto con le altre culture.
Il corso si conclude con una panoramica sul rapporto tra tradizione religiosa dell’immagine e produzione artistica contemporanea.

Contenuti:

Il corso si propone di rilevare come, nei Paesi che lambiscono il Mediterraneo, il dialogo o la contrapposizione delle culture e delle posizioni politico-religiose generate dalle tre esperienze monoteiste (ebraismo, cristianesimo, islàm), abbiano trovato (e trovino) nella “questione delle immagini” il luogo di maggiore evidenza e rappresentazione.

Metodo:

Le lezioni si svolgeranno frontalmente con il sussidio della proiezione di testi e immagini per meglio illustrarne i contenuti. Sarebbe ideale concludere il corso con una visita ad un museo di arte contemporanea.

Bibliografia:

H. Belting, I canoni dello sguardo. Storia della cultura visiva tra Oriente e Occidente, Torino (Bollati Boringhieri), 2010, P. Coda – L. Gavazzi (a cura di, L’immagine del Divino nelle tradizioni cristiane e nelle grandi religioni, Milano (Mondadori) 2005; L. Palmeri, Se Dio non vale un quadro. Crisi dell’arte sacra, eclisse dell’immagine di Dio e persistenza del sacro nello sviluppo della cultura visiva occidentale, Roma (Gangemi Editore) 2021.