Mi metto la mano sulla bocca. Echi sapienziali nella letteratura italiana contemporanea.
La letteratura italiana del Novecento riecheggia di numerose “domande radicali”: si tratta degli interrogativi che riguardano l’esistenza dell’uomo e il senso che essa ha o, per taluni scrittori, rischia di non avere, minacciata com’è – continuamente e, anzi, inevitabilmente – dalla morte e da tutto ciò che della morte è, nella vita stessa, premessa e promessa: la malattia, il dolore e la sofferenza, la violenza dei più forti contro i più deboli, il potere abusivo, la libertà abusata, il tradimento della giustizia e la manipolazione della verità. In questo volume tali domande sono registrate – in autori come Leopardi, Rebora, Santucci, Luzi, Primo Levi, Reali, Cattafi, Morselli, Quinzio, Turoldo, Barsotti, Campo, Guidacci, Merini – come fossero echi di quegli interrogativi alti e puntuti che si trovano già nelle Sacre Scritture, a partire dal salmo 8, in cui l’orante biblico si chiede – mentre pure lo chiede a Dio – chi sia veramente l’uomo. Si attraversa, così, tutta la cosiddetta letteratura sapienziale, di cui Qoèlet è il rappresentante più famoso, per giungere al libro di Giobbe, dove la vicenda dell’uomo di Uz preannuncia quella dell’uomo di Nazareth.
Massimo Naro insegna Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo e dirige il Centro Studi Cammarata per la ricerca storica sul movimento cattolico in Sicilia. Si occupa anche del rapporto che intercorre fra letteratura, arte, spiritualità e teologia. Collabora con varie riviste teologiche, tra cui – con maggiore continuità – «Ho Theológos», «Filosofia e Teologia», «Ricerche Teologiche». Tra le sue più recenti monografie il volume Sorprendersi dell’uomo. Domande radicali ed ermeneutica cristiana della letteratura, Cittadella, Assisi 2012.
Contributi di: Anna Baldini / Giuseppe Bellia / Salvatore Ferlita / Aldo Gerbino / Vito Impellizzeri / Loretta Marcon / Carmelo Mezzasalma / Marida Nicolaci / Piero Stefani / Anna Maria Tamburini.