All’amatissimo Santo Padre Benedetto XVI

Stretti attorno all’amatissimo Santo Padre
BENEDETTO XVI
nel giorno in cui lascia la sede petrina
per entrare più intimamente nel mistero della Chiesa
attraverso la vigile preghiera e l’affetto spirituale,
come comunità accademica della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia,
ci riuniamo per celebrare la SS.ma Eucaristia
e deporre sulla mensa il sacrificio dell’affetto filiale e della gratitudine
con i quali desideriamo accompagnare il suo commiato.

CELEBRAZIONE EUCARISTICA
Ore 19.00 Cappella della Facoltà

 

La Comunità accademica della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, testimonia l’affetto filiale e la solidale unione d’intenti e di preghiera nei confronti del Sommo Pontefice Benedetto XVI e della sua sofferta decisione. La Facoltà da sempre ha nutrito uno speciale amore per la sua persona e per il suo preziosissimo ministero. Ricorda in particolare il suo incontro con la comunità accademica avvenuto nel 2000 quando ci privilegiò di una visita nella veste di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Rimanemmo tutti affascinati dalla chiarezza e dall’affabilità del suo dialogo durato circa due ore, nell’aula magna gremita di docenti e di allievi. Imparammo che parlare di Dio doveva essere principalmente una esperienza del cuore e non solo della mente. Al suo ritorno in Sicilia come papa nel 2010, la Facoltà preparò un testo da dedicargli che ricordasse la sua affinità con Newman, che egli da poco aveva portato agli onori degli altari proclamandolo beato. Accolse di buon grado la dedica del libro e specialmente l’unanime desiderio della nostra comunità di considerarlo alla stregua del Beato cardinale inglese, non come semplice pellegrino nella terra della luce, ma come discepolo lui stesso di Cristo Luce. Mostrò infinito compiacimento per quel dono e anche per il lavoro svolto nella Facoltà Teologica di Sicilia che in quel momento aveva prodotto il Dizionario dei Pensatori e dei Teologi di Sicilia, che gli fu presentato in dono dal suo curatore.
Sappiamo di trovarci dinanzi a un evento dalla ineguagliabile portata storica per la Chiesa e come comunità di ascolto e di riflessione riponiamo nelle mani del Signore, che tutto comprende, le ponderate motivazioni interiori che avranno accompagnato il Santo Padre nell’assumere una tanto responsabile decisione. Desideriamo esprimere nei confronti della sua risoluzione la medesima imperturbabile fiducia da sempre espressa nei confronti della sua persona e del suo ministero, consapevole che la sua difficile e dolorosa decisione sarà stata motivata dal suo grande amore per la Chiesa. Il documento con cui annunzia la sua volontà ci conferma in questa convinzione e ci consola.
Ricordando il bene da lui seminato e fatto crescere attraverso il suo atteggiamento umile e gioioso lungo gli anni del suo pontificato, gli siamo riconoscenti specialmente sul piano della fede per la coerenza e per il coraggio di una decisione che parla prima di tutto di Dio. Nella prospettiva della fede, che certamente avrà determinato la sua decisione, accogliamo, seppure con comprensibile tristezza, la sua scelta come docile servizio che, anche con questa inedita azione, egli ci consegna sul piano della esemplarità, allorché affida al Maestro e Pastore di essere anche il vero Signore della Chiesa. Vogliamo rimanere uniti a lui nella preghiera per invocare dal Signore forza e aiuto nel suo incontro con la Croce.
Abbiamo tutti bisogno di tempo per recepire e abituarci a questa immane perdita. Tuttavia sul piano della fede, impariamo a guardare alle cose dalla prospettiva di Dio, per il quale, ciò che adesso può apparire come una privazione, attraverso la sua grazia, si trasformerà, come Papa Benedetto ci ha sempre insegnato, in una spinta a rinnovate motivazioni e all’assunzione sempre più convinta di qualsiasi impegno più come servizio che come privilegio. In questo egli si è dimostrato il più attento discepolo del Maestro e la guida più simile al Pastore buono. Con il suo gesto egli ci insegna a riferire a Dio e alla sua provvidenza anche le vicende personali, non assolutizzandosi in esse ma ponendole in relazione d’amore con Cristo e con la Chiesa. Alla luce di questa difficile scelta, proprio come nel martirio, scorgiamo come Dio faccia rifulgere la sua potenza anche nella fragilità della nostra condizione.
Nel frattempo desideriamo pregare perché lo Spirito di benevolenza e di santità accompagni la Chiesa nell’attesa di colui che dovrà succedergli dopo la data da lui scelta per il compimento del suo servizio petrino.

Il Preside
Don Rosario La Delfa